News

11-04-2019 Lavoratori stranieri in Italia, aumentano le sanzioni

Ci siamo occupati in passato di vari temi che riguardano il distacco dei lavoratori italiani oltreconfine, in particolare con alcuni dei nostri precedenti articoli:

Libera circolazione non significa Far West

La malattia dei lavoratori all’estero

Sicurezza dei lavoratori in trasferta nella UE

Retribuzione minima dei lavoratori in trasferta nella UE

Ma non tutti sanno che anche l’Italia ha recepito a sua volta le direttive UE e, dobbiamo dire, in modo piuttosto rigido. Il tema è sempre lo stesso: impedire che vengano distaccati in Italia lavoratori stranieri provenienti da nazioni con standard sociali meno elevati perchè vengano sfruttati allo scopo di attuare politiche di concorrenza sleale.

Difesa dei lavoratori italiani dalla concorrenza sleale

I lavoratori provenienti da uno stato UE o extracomunitario, anche per una breve trasferta, devono beneficiare delle medesime condizioni di lavoro previste per i lavoratori italiani: il datore di lavoro estero o comunitario deve quindi rispettare tra l’altro i nostri minimi retributivi, i compensi per il lavoro straordinario, la durata minima delle ferie, la normativa sull’orario di lavoro e quella sulla sicurezza, con rare eccezioni.

In aggiunta a questo i lavoratori alle dipendenze di un datore di lavoro non residente che vengono a prestare la propria opera in Italia devono essere oggetto di notifica preventiva al Ministero del Lavoro. Il fatto che il modello si chiami “UNI_distacco_UE” non deve trarre in inganno: è obbligatorio presentarlo per tutti i lavoratori, anche se provenienti da una nazione extraUE.

Questa normativa riguarda tutte le imprese italiane, comprese quelle che non hanno l’obiettivo di mettere in atto comportamenti sleali.

L’obbligo può riguardare, ad esempio, un’industria che acquista dei macchinari da un fornitore non residente, il quale invia in Italia i propri tecnici e/o montatori ad effettuarne l’installazione o la manutenzione; in questo caso il committente italiano è responsabile in solido con l’impresa non residente per il trattamento dei lavoratori ed è quindi indispensabile accertarsi che questa sia adempiente.

L’unica eccezione riguarda il trattamento retributivo e le ferie (ma non gli altri adempimenti) per i lavoratori qualificati o specializzati non appartenenti al settore edile che vengono in Italia, per un periodo massimo di otto giorni, allo scopo di installare ed assemblare un bene.

Quali sono le sanzioni?

La Legge 145/2018 (Legge di Bilancio 2019) ha previsto un incremento a regime del 20% delle sanzioni in materia di lavoro, tra le quali proprio quelle relative al distacco transnazionale dei lavoratori: questo incremento segue il recente raddoppio delle sanzioni previsto dalla normativa francese ed impone la massima attenzione.

La normativa italiana prevede tre differenti sanzioni, applicabili autonomamente, che dopo l’aumento vanno dai 600,00 € di sanzione massima per ogni lavoratore non notificato ai 7.200,00 € di sanzione massima per la mancata nomina dei referenti/rappresentanti in Italia.

Segnaliamo anche che le sanzioni sono raddoppiate in caso di analoghe infrazioni sanzionate nell’ultimo triennio.